Con quindici anni di esperienza nel mondo della fotografia, sono sempre più fermamente convinta che la specializzazione sia la soluzione per il miglior risultato: come in ogni professione non ci si improvvisa fotografi, non basta possedere una macchina fotografica (se pur ottima), e non è nemmeno sufficiente conoscere la fotografia in genere.
E’ necessario avere sì delle fondamenta, ma poi bisogna studiare quel settore specifico della fotografia, sperimentarlo, e ‘farlo proprio’ sino ad ottenere IL TUO SCATTO, e solo il TUO.
Insomma, come dire, i tuttologi della fotografia non esistono, ed ogni ambito richiede anni ed anni di lavoro. In genere io dedico per lo meno 7 anni ad ogni ‘mondo fotografico’ a cui mi avvicino, e questo per dire solo di conoscerne ‘le fondamenta‘. Ma procediamo per gradi. L’etimologia della parola ‘fotografia’ significa ‘scrivere con la luce’: questa è una cosa molto elementare ma di cui non ci si deve mai dimenticare.
La luce è il nostro ‘parametro’ fondamentale, il nostro ‘strumento di lavoro’. Noi non facciamo altro che decidere quanta e come deve essere la luce che deve imprimere il nostro supporto sia esso fatto di pellicola o magnetico.
Quindi con il nostro apparecchio fotografico (in particolare con la determinazione dell’apertura del diaframma e dei tempi di scatto) ‘gestiamo’ la luce sì da ‘mostrare’ ciò che vediamo e che vogliamo che gli altri vedano.
Certo, naturalmente non bisogna dimenticarsi che la fotografia è un’arte visiva e quindi comunichiamo con l’immagine e solo con essa.
Insomma il nostro scatto da solo deve avere il potere di parlare, far assaporare, far udire, far vedere, far toccare, quello che noi vogliamo. Solo questa è la fotografia… tutto il resto è sola e pura esercitazione tecnica! Joh Zero
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